L’associazione ha pensato di dare il proprio appoggio alla candidatura del Professor Feuerstein al premio Nobel per la pace inviando alla commissione il seguente documento:
Che cosa si intende per pace?
In ebraico pace è Shalom, che contiene in sé il concetto di completezza.
La pace è un obiettivo da raggiungere, il punto di arrivo di un percorso che prevede maturità ed equilibrio.
La pace intersoggettiva è raggiungibile solo se i singoli soggetti hanno prima raggiunto il personale punto di equilibrio.
E’ in sintonia con questo concetto che il pensiero di Reuven Feuerstein si è posto, fin dal primo momento, all’avanguardia nella panoramica mondiale.


Credendo, da sempre, nel valore dell’essere umano e nella modificabilità cognitiva, Feuerstein propone un intervento che integra gli aspetti cognitivi, affettivo/emozionale, relazionali e sociali nell’ottica della condivisione e della comprensione reciproca.
Rivoluzionario e controcorrente 50 anni fa, il suo pensiero è oggi ampiamente dimostrato dalle ricerche in ambito neuro scientifico.
La rilevanza scientifica della “mediazione” psico-pedagogica da lui elaborata e messa in atto, il significato sociale dei suoi interventi educativi in favore dei soggetti deboli, marginali e in difficoltà di apprendimento, l’ampia diffusione del metodo congiunta ad un crescendo di consensi di studiosi di varia estrazione e collocazione, fanno dello studioso israeliano una delle figure più significative e autorevoli degli interventi contemporanei a favore dello sviluppo individuale.
Il percorso soggettivo, stimolato e sostenuto dal suo approccio, può avvicinare a quel concetto di “completezza” in cui sono compresi equilibrio e serenità interiori, punti di partenza per il raggiungimento della pace con se stessi e con gli altri nel rispetto della libertà altrui, delle culture diverse dalla propria, dell’umanità tutta.
Per Reuven Feuerstein il concetto di “mediazione” è un principio universale che può essere insegnato e appreso da tutti gli esseri umani in qualsiasi condizione di vita (dalla disabilità, ai conflitti culturali o etnici, dal disagio sociale alle relazioni tra esseri umani).
Un requisito alla base della formazione dell’essere umano per renderlo persona in grado di interagire con il proprio prossimo.
Pace intesa quindi a partire da una reale capacità dell’essere umano di essere in pace con gli altri in qualsiasi condizione di vita.
Reuven Feuerstein, diffondendo i suoi principi in ambito mondiale e formando alla capacità di mediazione centinaia di migliaia di persone in tutte le nazioni, si è mosso a partire dalla diffusione del concetto di pace nel singolo essere umano, con una costante attenzione ai più deboli, come testimoniano le sue attività nell’ambito dell’educazione dei bambini e dei giovani con difficoltà cognitive, comportamentali e di adattamento sociale.
Le nostre esperienze confermano tanto nell’ambito clinico della disabilità, quanto in quello sociale del disagio l’efficacia della metodologia.
Marina Rodocanachi, medico neurologo e fisiatra dirige il Centro di Riabilitazione infantile dell’Istituto Don Calabria a Milano
Jael Kopciowski, psicologa, psicoterapeuta, già Giudice Onorario al Tribunale Minorile, Esperta al Tribunale di Sorveglianza di Trieste