Anniversario dell’evento “Le radici ebraiche del pensiero Feuerstein” – intervento di Rafi Feuerstein


Siamo al quinto appuntamento con Le radici ebraiche del pensiero Feuerstein (la prima parte si trova quila seconda parte qui e la terza e quarta qui) riportando oggi il contributo di Rafi Feuerstein.

Qui sotto trovate un riassunto, potete trovare l’intervento completo a questo indirizzo.

L’intervento del dottor Rafi Feuerstein mira a ricordarci innanzitutto che, al centesimo anno dalla nascita di Reuven Feuerstein, i valori, la mission, gli strumenti e il metodo delineato dal grande psicopedagogista sono ancora presenti, diffusi e utilizzati in tutto il mondo.
Il metodo Feuerstein, seguendo le parole del dott. Rafi, è stato fortemente influenzato dalla cultura e dalla religione ebraica ma questo non ha rappresentato un limite in termini di destinatari. Chiunque, infatti, a prescindere dall’età, dalla religione o dall’etnia, ha potuto beneficiare del metodo e lasciarsi ispirare da esso.

Reuven Feuerstein ha descritto il metodo nel periodo che intercorre tra le due guerre mondiali, dove molte popolazioni vivevano in profonda povertà e il popolo ebraico aveva innumerevoli difficoltà. 

Il dott. Rafi Feuerstein pone l’accento principalmente su 4 atteggiamenti personali che dovrebbero sviluppare da un lato i formatori del metodo e, dall’altro, i beneficiari dell’intervento. 

1. “Image of God” (immagine di Dio”).
Intesa come la propensione al cambiamento e la possibilità di vedere nel cambiamento un’opportunità personale di crescita. La predisposizione al cambiamento riesce a generare la forza di andare oltre eventuali ostacoli e difficoltà incontrate lungo il cammino e lungo il percorso di formazione.

2. Il ruolo dell’educazione.
L’importanza dell’educazione è più volta sostenuta dal maestro Feuerstein e, pertanto, è la parte centrale e fondamentale del metodo. L’educazione permette il cambiamento e la propensione a esso, permette la plasticità mentale e la possibilità di cambiare la propria condizione attuale in vista di un miglioramento continuo. Riprendendo le parole del dott. Rafi Feuerstein, l’educazione non è soltanto una modalità per trasmettere gli stimoli ma, al contrario, può avere il compito di tirare fuori il potenziale esistente e, laddove il formatore non riuscisse a vedere tale potenziale, a generarlo.

3. L’amore per tutti gli esseri umani.

Il metodo Feuerstein è stato adottato su numerosissimi destinatari, senza alcune discriminazioni e nella convinzione che tutti sono uguali.

Il dott. Rafi Feuerstein ha raccontato di come il maestro Feuerstein spesso narrava di come, al termine della Seconda guerra mondiale, moltissimi psicologi sostenevano che non era possibile aiutare i bambini che avevano vissuto l’Olocausto, in quanto questi avevano subito troppi traumi per poter vivere normalmente e immaginare un proprio progetto di vita futuro. Naturalmente, questo pensiero così radicalizzato non era condiviso dal maestro che al contrario sosteneva che, in seguito alla morte di più di un milione e mezzo di bambini nei campi di concentramento, non era possibile e accettabile perdere ulteriori bambini a causa dei traumi subiti e che aiutarli era un dovere morale irrinunciabile.
Da questo episodio, si delinea il forte amore per tutti gli esseri umani del maestro Feuerstein che, in ragione della non discriminazione delle sue azioni e dall’inclusione e l’accoglienza che ha sempre perseguito, nel 2012 era stato nominato per poter vincere il premio Nobel per la pace. 

4. Il “free will” (“libero arbitrio”).
Il libero arbitrio è una componente fondamentale della religione e anche del metodo Feuerstein. I destinatari del metodo Feuerstein devono poter vivere liberamente, senza costrizioni o dipendenze di altro tipo. In caso contrario, il formatore dovrà cercare di educare al libero arbitrio.
Il libero arbitrio è composto da tre parole chiave: bisogno, fede e abilità.

Rafi Feuerstein,
Le radici ebraiche del pensiero Feuerstein (2021)