Ci troviamo al nostro ultimo appuntamento con Le radici ebraiche del pensiero Feuerstein (la prima parte si trova qui, la seconda parte qui, la terza e quarta qui e la quinta parte qui).
Riportiamo oggi dei brevi riassunti dei discorsi tenuti da Lou Falik (Emeritus Professor, San Francisco State University e Senior Scholar, The Feuerstein Institute) e da Chaim Guggenheim (membro della famiglia di Reuven Feuerstein).
Qui sotto l’intervento di Lou Falik:
Lou ci parla dell’impatto del background familiare di Reuven Feuerstein sulle sue scelte di vita.
Dice di essere stato al tempo stesso, allievo e poi collega di Reuven Feuerstein e di aver condiviso con lui attività e al tempo stesso la comprensione della sua famiglia. La biografia di Reuven è stata narrata nel libro da lui scritto: “Changing Destinies: The Extraordinary Life and Time of Prof. Reuven Feuerstein”, libro che riporta molte parole dette da Reuven stesso.
Il padre di Reuven era una persona importante nella comunità in cui risiedeva in Romania, era considerato un saggio a cui le persone si rivolgevano per chiedere consigli. Reuven si svegliava molto presto al mattino per studiare assieme al padre. A 8 anni aveva insegnato a scrivere ad un anziano della comunità. Da adolescente insegnava a ragazzi maggiori di lui. Essere di aiuto alle persone era per lui una missione. A Bucarest si era occupato di una scuola per bambini senza genitori. Riteneva importante e si era battuto affinché all’interno del curriculum scolastico fossero inserite materie come musica e arte, ritenendo la cultura un patrimonio universale da insegnare anche a ragazzi che sarebbero stati avviati verso una formazione professionale.
Più tardi in Svizzera, a contatto con Piaget, non ne aveva condiviso le modalità di valutazione dello sviluppo.
Successivamente in Israele, occupandosi dei bambini usciti dai campi di concentramento, aveva puntato sul recupero delle loro capacità, con il motto “se salvi un bambino salvi il mondo”.
Aveva anche senso dell’umorismo.
Il ruolo dell’ebraismo è implicito nel suo pensiero.
Falik cita un libro, a partire dalla sua tesi di laurea, in cui vengono elaborati i suoi principi di base.
Riteneva il giudaismo essenzialmente un sistema di mediazione che ha consentito ai suoi valori di essere trasmessi nelle generazioni.
Lou Falik,
Le radici ebraiche del pensiero Feuerstein (2021)
Qui sotto l’intervento di Chaim Guggenheim:
Chaim ci parla del punto di vista della cultura ebraica dell’Europa centro-occidentale.
Racconta di essere nipote di Reuven, da parte della moglie, di essere svizzero e di rappresentare la cultura ebraica occidentale. Ha lavorato per alcuni anni all’Istituto.
Nel pensiero Feuerstein è importante “il punto di vista”, inteso come comprensione profonda della cultura degli altri. Reuven era molto attaccato alla sua cultura di provenienza, cultura dell’apprendimento. Il suo metodo non è stato “inventato”, ma scoperto attraverso l’osservazione dell’interazione e della mediazione. Una cultura basata sull’aspetto intellettuale, sull’integrazione fra le culture. E in questo senso hanno contribuito i viaggi e gli spostamenti (Romania, Svizzera, Palestina…).
Tra Reuven e sua moglie Berta vi erano molte differenze. Reuven era arrivato in Svizzera come studente, era malato (di tubercolosi), ma era persona con enorme interesse in ogni cosa, con atteggiamento di ricerca, che scriveva e che aveva una capacità notevole di ricercare l’integrazione tra le culture, così come tra le strutture psicologiche.
Importante era l’interazione che lui aveva con i suoi figli ed i suoi nipoti.
Il suo lavoro ed il suo pensiero avevano connessione con Dio e con i valori profondi della religione ebraica.
Chaim Guggenheim,
Le radici ebraiche del pensiero Feuerstein (2021)
Speriamo che anche voi abbiate trovato queste giornate, per chi aveva partecipato all’incontro del 21 Novembre 2021, un piacevole ricordo di una giornata speciale e, per chi invece non avesse avuto la possibilità di partecipare allora, stimolanti ed intriganti come lo furono per noi.
Rinnoviamo i nostri più sentiti ringraziamenti a tutte le persone coinvolte, che hanno reso possibile questa giornata, così come ai relatori che hanno donato il loro tempo (alcuni anche facendo viaggi molto lunghi per poter essere accanto a noi) e la loro mente per rendere questo incontro indimenticabile.