Il metodo Feuerstein. L’apprendimento mediato


Quadro storico

Per apprezzare pienamente il valore di un pensiero psicopedagogico della portata di quello di Feuerstein, è utile conoscere le circostanze in cui è nato e le motivazioni che ne hanno fornito la spinta iniziale.

Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale lo stato di Israele ancora
in formazione ed in seguito appena nato, si trovò a dover integrare
tra di loro ed inserire nella vita civile e sociale centinaia di persone
(tra cui moltissimi bambini ed adolescenti) provenienti da stati diversi che parlavano lingue diverse e che, nella maggior parte dei casi, avevano subito fortissime deprivazioni affettive e culturali: separazione dalla famiglia, allontanamento dal gruppo dei pari da cui si erano sentiti improvvisamente ed ingiustificatamente esclusi, persecuzioni e via dicendo. Nei casi estremi, ma non rari, provenivano da campi di concentramento e non solo erano privi
delle più elementari basi culturali, ma erano annientati psicologicamente e moralmente dalle esperienze traumatizzanti che avevano dovuto subire, risultando apparentemente portatori di gravi ritardi mentali se non addirittura di handicap psichici.


Feuerstein, nella sua veste di psicologo incaricato dal governo di intervenire per ovviare nel migliore possibile dei modi alla difficilissima situazione, forte della sua convinzione che l’essere umano è modificabile e che la possibilità di intervenire esiste sempre, rifiutò l’idea di limitarsi a fornire un ambiente confortevole
ai giovani in difficoltà, accettando in tal modo come immutabile la loro situazione di svantaggio. Il suo pensiero, basato sui concetti di Potenziale d’Apprendimento e di Modificabilità Cognitiva Strutturale, pretendeva un intervento dinamico e costruttivo.

Dopo una prima analisi dei comportamenti, dei problemi di ordine relazionale e delle possibilità cognitive manifeste, i ragazzi che presentavano le maggiori difficoltà, ragazzi spesso ritenuti inaccessibili ad ogni tipo di intervento educativo, vennero scelti per usufruire di un programma particolarmente intenso che prevedeva il loro inserimento, suddivisi in piccoli gruppi, in villaggi (kibutzim) in
cui avrebbero potuto vivere a contatto con giovani della loro età, in un ambiente molto sereno e rilassante ma allo stesso tempo ricco di stimoli tanto affettivi quanto culturali che dava loro anche la possibilità, in momenti e situazioni particolari, di collaborare alle attività del villaggio, facendoli sentire utili e partecipi. Punto focale del programma era la possibilità di avvalersi dell’Esperienza di Apprendimento Mediato secondo il metodo Feuerstein. Il successo fu straordinario: quasi tutti i ragazzi riuscirono a superare le loro
iniziali, enormi, difficoltà e dimostrarono di sapersi inserire affettivamente nell’ambiente e di poter sviluppare in maniera più che adeguata le loro possibilità cognitive. I risultati da loro ottenuti in alcuni tests dopo l’intenso periodo di supporto psicologico, dimostrarono livelli di funzionamento e di equilibrio personale che si avvicinavano alla “norma” e che erano comunque ben superiori a
quelli di coetanei giudicati in condizioni migliori e non a rischio al momento della scelta iniziale.

Come spesso succede, teorie nate dall’impellente necessità di aiutare persone in situazione di grave disagio, risultano poi utili in maniera ancora più determinante per l’intera popolazione. Così il principio dell’Apprendimento Mediato risultò utile anche per potenziare le capacità mentali di ragazzi senza particolari carenze
e, addirittura, per migliorare le prestazioni di adulti pienamente realizzati ed inseriti nel mondo del lavoro.

Oggi il metodo ha una larga diffusione in ambiti anche molto diversi tra loro: dall’inserimento nei programmi di classi di ogni ordine e grado (dalle elementari alle superiori), al supporto per persone con disabilità, al recupero di ragazzi con gravi disagi socio-culturali, alla qualificazione professionale dei quadri dirigenziali nelle aziende, alla preparazione universitaria dei docenti, al mantenimento delle capacità mentali di persone anziane.