Purim 2024


Purim ci mostra il popolo ebraico in un momento di grande assimilazione. E per quel che riguarda la stessa Meghillat Ester (racconto degli eventi in cui il personaggio principale è femminile: Ester), mai viene rammentata l’antica patria, la terra d’Israele né, tanto meno, fatta la minima allusione al desiderio di un ritorno; mai vi è nominato il nome di Dio, anche se tutto il libro in realtà è permeato dalla speranza nell’aiuto divino, come appare chiaro dall’episodio in cui Mordechai, di fronte all’esitazione di Ester a presentarsi al re non chiamata per rivelargli di essere ebrea, le dice: «Chissà che tu non sia pervenuta a essere regina proprio in previsione di un avvenimento come questo!»  (Est 4, 14).

Ma il libro di Ester, a parte alcune descrizioni che talvolta lo fanno assomigliare più a un racconto delle Mille e una notte che agli austeri testi etico-spirituali attraversati da un profondo spirito religioso presenti in tutta la Bibbia, è lo specchio fedele di un momento e di una realtà che non soltanto non è mascherata, ma viene chiaramente esposta anche quando i suoi aspetti sono tutt’altro che edificanti: forse per richiamare i figli di Israele, durante duemila anni di diaspora in cui la dimenticanza avrebbe risolto ogni loro problema, ai pericoli di un rilassamento che avrebbe potuto causare una completa assimilazione e la fine dell’identità ebraica.

Come è stato ripetutamente affermato, il libro di Ester è il libro della diaspora, scritto nella diaspora, per la diaspora. I personaggi descritti sono personaggi reali, con le loro qualità e i loro difetti, specchio fedele di tanti altri personaggi che hanno popolato il mondo in tutti i luoghi, in tutti i tempi. Come afferma il grande educatore Augusto Segre,

«Purim ci dà un quadro molto esatto dello stato d’animo di quel gruppo ebraico che, nel volgere di quel breve tempo, visse tutte le speranze, sperimentò tutte le ansie, attese il perdono e fu pronto alla teshuvah (al pentimento e al ritorno). Stato d’animo, questo, non ignoto a chi, nella diaspora, ritorna alla propria fede e alla secolare speranza quando il mondo gli si rivolta contro improvvisamente e sta per sommergerlo con le sue ingiustizie, con le sue crudeltà, con gli stermini indiscriminati» 

Tratto da: Le Pietre del Tempo. Elia e Clara Kopciowski. Ed Luglio Trieste 

Quello di Ester è un evento che ben si adatta alla situazione attuale. Ci sono aspetti che ritengo vadano sottolineati: il bisogno di mantenere viva e consolidata la propria identità culturale, l’importanza del ruolo femminile sempre molto presente in tutta la tradizione ebraica, e l’efficacia dell’essere uniti e comunicare in modo aperto e interattivo con chi sta intorno a noi. Elementi che permeano tutto il pensiero Feuerstein.