Dal mondo della scuola, dalle istituzioni preposte al supporto educativo, dall’ordine degli Psicologi, arrivano allarmanti segnali di sofferenza nei giovani e nelle famiglie. Il disagio è peraltro diffuso nella società intera con gravi conseguenze sul livello di benessere psicofisico di moltissime persone.
Una chiave per la mente opera attivamente per fornire supporto d’aiuto in ambito relazionale, dal momento stesso della sua fondazione.
Il progetto: “Verso il successo scolastico” in fase di avvio in questi giorni, è una rielaborazione di attività già sperimentate con successo nel tempo, a partire dall’anno scolastico 2006/7 quando, su invito della Provincia di Trieste, aveva operato in scuole medie e superiori per prevenire il rischio di abbandono scolastico.
Il progetto iniziale è stato ripreso in anni successivi e non solo nella regione Friuli Venezia Giulia: uno tra gli esempi più significativi è stato il lavoro a Napoli nella scuola di Campo del Maricino, zona particolarmente densa di situazioni ad alto disagio sociale.
L’associazione ha inoltre vinto il bando “FINANZIAMENTO PROGETTI SPECIALI” varie volte a partire dal 2015 fino a quando la Regione ha finanziato l’iniziativa.
Il progetto attualmente in fase di attuazione, è stato largamente ampliato, approfondito e adattato alla realtà odierna per rendere le attività idonee alla società in evoluzione, ma i principi base su cui opera rimangono analoghi.
Elenchiamo di seguito alcuni punti cardine teorico-pratici del Metodo:
– richiamare l’attenzione sul processo piuttosto che sulla prestazione finale
– stimolare connessioni tra l’esercizio “carta-matita” e la vita quotidiana, attraverso la verbalizzazione e la condivisione di regole e principi validi in ambiti e contesti diversi (interiorizzazione e generalizzazione)
– di fronte alla complessità del compito aiutare a trovare le soluzioni ponendo domande piuttosto che fornendo risposte
– chiedere il “perché” delle risposte anche (e soprattutto) quando le risposte sono corrette (e non solo quando sono sbagliate), in modo da avviare una riflessione meta-cognitiva
– considerare l’errore una “finestra aperta sulla mente”, dunque un’opportunità per capire i meccanismi del ragionamento, anziché un fallimento frustrante e demotivante
– fornire tutto il sostegno necessario facendo in modo che… tale sostegno ad un certo punto non serva più (“insegnare a pescare, piuttosto che regalare dei pesci”)
– sperimentare che “fare” può essere più facile che “dire” (andare in bicicletta è più semplice che “spiegare come” si va in bicicletta). Ma “dire” può aiutare a “fare” meglio. Nei processi cognitivi la verbalizzazione dei percorsi mentali seguiti, all’inizio estremamente difficile, porta ad una maggiore consapevolezza ed alla conseguente possibilità di riutilizzare, in situazioni complesse, il processo seguito in situazioni padroneggiate con facilità.