Si è da poco concluso il lungo periodo di ricorrenze che caratterizza l’avvio dell’anno ebraico, cultura di appartenenza della famiglia Feuerstein. Nell’ultima festività (Simchà Torà, la Gioia della Torà – <Pentateuco>) si conclude la lettura dell’ultimo libro ed immediatamente dopo si ricomincia con il primo. E’ interessante notare che l’ultima parola della Torà è ישראל(Israel e la prima è בראשית bereshit (inizio), quindi si finisce con la letteraל e si comincia con la lettera ב B. Le due lettere unite (לב) formano la parola LEV Cuore.
Si traggono due profondi insegnamenti: dal fatto di ricominciare subito la lettura senza far passar tempo dalla fine impariamo che non si smette mai di studiare ed apprendere, e dal fatto che l’ultima lettera unita alla prima formano la parola Cuore è che lo studio va accompagnato e coronato dal sentimento.
Voglio collegare questo insegnamento con una citazione biblica molto conosciuta e diffusa, ma di cui in pochissimi conoscono il significato: “Occhio per occhio dente per dente”. Questa norma è chiamata la legge del taglione: tu hai fatto una cosa a me, ho il diritto di rifartela uguale e fa pensare a un sistema giudiziario brutale e vendicativo nel quale il boia si arma di coltellacci per mutilare i condannati. Fa pensare alla Torà come espressione di una religione primitiva, cruenta, crudele e vendicativa.
Questa erronea interpretazione è causata dall’ignoranza del contesto da cui è presa. Analizziamo invece il suo vero senso: la citazione compare per la prima volta in Esodo (21:24) quando si parla della sanzione da applicare nei confronti di chi ha procurato a qualcuno una lesione fisica. Molto sinteticamente ne estraiamo due concetti: la legge introduce un principio giuridico fondamentale che ancora guida ogni sistema legale della società civile, che la sanzione debba essere commisurata al danno e non moltiplicata. E per quanto riguarda la presunta brutalità della sanzione il Talmud (B BQ 84a) spiega con una analisi dettagliata che non potrà mai trattarsi di una mutilazione fisica, ma di una sanzione pecuniaria.
In particolare viene in varie situazioni evidenziata riguardo i doveri di un “datore di lavoro” verso chi per lui lavora, come si trattasse di un’assicurazione sugli infortuni: se un tuo lavoratore subisce un incidente mentre stava eseguendo un’attività in tuo favore deve essere risarcito per il danno subito, se il danno è ad un occhio il risarcimento sarà ben più cospicuo di quello dovuto per il danno ad un dente.
Al giorno d’oggi, varie centinaia di anni dopo la promulgazione della Torà, questo è un insegnamento che ha molto da dire in buona parte del mondo.